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mercoledì 17 aprile 2013

Quarta fermata: Arles

Anche Arles è una città bianca. Ma il suo è il bianco argenteo dell’età […]. Giace nel sole come una sera, ricoperta ovunque dal verde muschio delle memorie.”* Anche noi, proprio come Joseph Roth, veniamo accolte ad Arles nel silenzio di un luminoso giorno feriale.
Le pietre di Arles sembrano testimoniare ancora di più la sua antica grandezza, una città che tra le sue mura, nel cuore della Provenza, custodisce antichi ricordi: dall’anfiteatro alla necropoli romana degli Alyscamps, dalla chiesa di Saint-Trophime alla piazza dedicata al poeta provenzale Mistral, dal teatro romanico ai quadri di Van Gogh.
Dopo un pomeriggio di immersione totale nell’epoca romanica, decidiamo infine di riemergere nella contemporaneità. Tra una crêpe e l’altra, scopriamo il festival della fotografia, un vero must per chi si dovesse trovare in città tra luglio e settembre. Il tema di quest’anno? La fotografia in bianco e nero: tra grandi maestri dell’obiettivo e fotografi emergenti. Beh, in fondo anche Joseph Roth ci racconta la Provenza, per così dire, in bianco e nero.


  L'anfiteatro di Arles

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