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giovedì 18 aprile 2013

Il chiostro di Saint-Trophime - Arles

Sede di una delle prime comunità cristiane della Gallia, Arles esibisce uno dei monumenti più importanti dell’epoca romano-provenzale. Edificata in onore del primo vescovo di Arles, la chiesa di Saint-Trophime fa oggi parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Jospeh Roth afferma: “Ha un portale sfarzoso, davanti al quale mi sono fermato a lungo. É sempre chiuso, come se fosse del tutto impensabile che questo inverosimile ingresso sia destinato ai comuni mortali”*.
Quello che più ci ha affascinato è stato tuttavia il chiostro della chiesa, “Attraversando il cortile si arriva in uno dei più famosi chiostri del mondo […] Il porticato quadrangolare incornicia il verde cortile quadrangolare ricoperto di vegetazione e di muschio. Dalla pietra, dal sole, dal fogliame e dall’umidità nasce quella meravigliosa luce del giorno […] Il soffitto consiste di ampie e lunghe volte. I santi si appoggiano alle molte colonne binate che separano il cortile dal porticato”*.
  

Chiostro di Saitnt-Trophime - Arles





     
Per saperne e vederne di più:
   

mercoledì 17 aprile 2013

Quarta fermata: Arles

Anche Arles è una città bianca. Ma il suo è il bianco argenteo dell’età […]. Giace nel sole come una sera, ricoperta ovunque dal verde muschio delle memorie.”* Anche noi, proprio come Joseph Roth, veniamo accolte ad Arles nel silenzio di un luminoso giorno feriale.
Le pietre di Arles sembrano testimoniare ancora di più la sua antica grandezza, una città che tra le sue mura, nel cuore della Provenza, custodisce antichi ricordi: dall’anfiteatro alla necropoli romana degli Alyscamps, dalla chiesa di Saint-Trophime alla piazza dedicata al poeta provenzale Mistral, dal teatro romanico ai quadri di Van Gogh.
Dopo un pomeriggio di immersione totale nell’epoca romanica, decidiamo infine di riemergere nella contemporaneità. Tra una crêpe e l’altra, scopriamo il festival della fotografia, un vero must per chi si dovesse trovare in città tra luglio e settembre. Il tema di quest’anno? La fotografia in bianco e nero: tra grandi maestri dell’obiettivo e fotografi emergenti. Beh, in fondo anche Joseph Roth ci racconta la Provenza, per così dire, in bianco e nero.


  L'anfiteatro di Arles

martedì 16 aprile 2013

Tarascona

Attraversiamo il famoso ponte che Tartarino, eroe ingenuo e simpatico, temeva di oltrepassare e… ecco Tarascona! Incuriosite più che mai dalla grandiosa festa della Tarasque, descritta da Joseph Roth nel suo capitolo dedicato a questa luminosa e piccola città, iniziamo a girovagare in cerca di qualche interessante informazione. Lungo la strada troviamo molti negozietti, librerie e cartolerie, purtroppo chiusi a causa dell’orario, che espongono in vetrina numerosissime immagini di Tartarino e della Tarasque. “Questo mostro leggendario, la Tarasque, a Tarascona è di casa. È molto popolare in tutta la Provenza, sovente riprodotta, esposta in numerosi musei, soggetto graditissimo all’industria delle cartoline illustrate. Gli abitanti di Tarascona la chiamano ‘nonna’, dal che si può desumere quanto sia inoffensiva. È il drago del mondo germanico, slavo e scandinavo, ma il sole del Sud lo addolcisce e l’umorismo della gente del Sud ne fa una caricatura. Lo si combatte soltanto per divertirsi, in realtà è amato e onorato”*.   
  
La festa della Tarasque - video

lunedì 15 aprile 2013

Terza fermata: Beaucaire

Eccoci arrivate a Beaucaire, stanche ed affamate! Visitare Nîmes è stata un’esperienza indimenticabile, è vero. Ma le nostre gambe iniziano ad implorare pietà. Ed ora anche i nostri stomaci! Andiamo immediatamente in cerca di un posto in cui mangiare qualcosa di caldo e in cui poterci riposare per qualche minuto. Passo dopo passo, però, veniamo pervase da una strana sensazione di malinconia. La città è completamente deserta. Ci guardiamo attorno in cerca di un bistrot pronto ad offrirci qualche specialità culinaria francese… o una semplice baguette! Tutto tace. Un’atmosfera silenziosa domina incontrastata. Non possiamo far altro che riprendere in mano il libro di Roth e rileggere il passo sottolineato: “Sì, Beaucaire è stata una grande e importante città. Oggi è malinconica, amareggiata, permalosa, piena di paura e diffidenza nei confronti degli stranieri che sovente si incontrano fra i mercanti decaduti. Vivono qui i piccoli discendenti di grandi mercanti”*.

Beaucaire
  

domenica 14 aprile 2013

Les Arènes - Nîmes

Non posso dimenticare l’ovale incommensurabile e il bianco leggendario di questa arena. Sulle pietre antiche, di cui avrei rispetto se fossero vuote, siedono i rappresentanti delle famigliole domenicali del Sud. La solennità del toro è comunque imparentata con quella delle pietre. Lo so: è stato così anche allora, quando i gladiatori a un assassino incoronato si rivolgevano con un Ave Caesar! Ma almeno la stirpe, la cui sete di sangue era così inestinguibile, ha disposto secondo un ordine preciso questi enormi massi di granito. E pensare che è vissuta duemila anni fa! Al contrario, una generazione contraddistinta dal grammofono e dal giornale, dal casinò e dal baccarà, non ha diritto al sangue.”*       

L'Arena - video

Per saperne e vederne di più:


sabato 13 aprile 2013

Seconda fermata: Nîmes

Dall’epoca papale di Avignone, dopo poco più di mezz’ora di treno tra la magnifica campagna della Provenza, ci ritroviamo alla stazione di Nîmes. Oltre al carattere tipicamente provenzale delle strade e delle facciate delle case, in questa cittadina sono soprattutto i monumenti romani a conquistarci. Nîmes, attraversata dalla Via Domitia, fu una delle più importanti colonie dell’impero romano e uno dei principali centri culturali e commerciali dell’epoca augustea. Sedute su una panchina accanto all’anfiteatro romano, approfittando di un sole caldo e avvolgente, scopriamo cosa dice Jospeh Roth a proposito di questa città: “a Nîmes si è addirittura riusciti a incorporare nella città, e perfino nei suoi quartieri più moderni, i grandi monumenti dell’epoca romana […] Nella grande arena romana si è inaugurato un cinema all’aperto. Agli abitanti di Nîmes non viene neanche in mente che a dividere i cinematografi dalle arene non sono solamente i secoli.”* L’anfiteatro, l’acquedotto, la Maison Carrée - il tempio romano e il tempio di Diana sono le tracce visibili della gloriosa antichità romana che, ancora oggi, “sopravvive attraverso i secoli”* nella bella cittadina di Nîmes.

L'anfiteatro di Nimes


giovedì 11 aprile 2013

Le Palais des Papes - Avignone

Oggi il Mistral non ne vuole proprio sapere di lasciarci stare! Ebbene sì, in Provenza come afferma Roth “il vento, il famoso, celebrato e temuto mistral è pieno di irruenza e non si lascia ostacolare da nulla”*. È talmente forte da trasportarci quasi “di peso” verso il monumento storico più imponente di Avignone: le Palais des Papes. È impossibile non restare a bocca aperta davanti ad una struttura così affascinante e così… bianca! Decidiamo immediatamente di entrare a visitare il Palazzo (costo biglietto: 10€ per studenti) e WOW! rimaniamo subito colpite dai colori degli affreschi che ornano le pareti; le stesse scene religiose e le stesse scene di caccia descritte da Joseph Roth! Cerca, cerca ed ecco che finalmente troviamo la “Fenêtre de l’Indulgence, che pare una porta aperta sul regno del sole […] ruota dai raggi viventi, croci vibranti di luce e di vetro, dimora circolare in cui riposa la luce del giorno, sole catturato in un abile rete”*.